lunedì 8 febbraio 2016

Un abbraccio di nome Gravidanza



Alla base del mio essere ostetrica c’è la ferma convinzione che, come afferma il Dr. Michel Odent,  “un processo fisiologico non può essere migliorato, può solo essere disturbato”.

Il compito di noi operatori è solo di accompagnare e sostenere questo meraviglioso evento. 

Purtroppo a volte tendiamo a dimenticarci tutto questo… Dovremmo invece ricordarci che, ai fini della sopravvivenza e dell’evoluzione della specie, la natura ha dotato il nostro organismo di tutto ciò che è necessario per affrontare una gravidanza, un parto, una nascita, un allattamento. 

Tutt’ora rimango meravigliata davanti alla perfezione del processo che va dalla fecondazione alla nascita, dove ogni cambiamento, ogni fase, dalle nausee al parto con i suoi dolori, ha un ben preciso motivo di essere. 

Ebbene sì! 

L’organismo materno è un vero “nido” di sorprese!

All’inizio di una gravidanza le modificazioni sono tante, sia fisiche che emotive, a volte davvero “stravolgenti”, ma passata la fase iniziale di adattamento, la donna vive e si culla in questo stato di benessere. 
Per godere a pieno di questo bellissimo momento è necessario scacciare o per lo meno limitare le ansie e nutrire la fiducia nelle proprie capacità di partorire e di essere madre. 

La gravidanza deve essere vissuta con serenità e gioia, non come una malattia, ma come un’occasione di crescita perché è durante l’attesa che la donna sviluppa maggiormente l’istinto materno e inizia a percepirsi come madre. 

Dalla parte del bambino una gravidanza serena è il modo migliore per prepararsi al primo contatto con il mondo esterno. 

In gravidanza, quindi, non c’è miglior guida del proprio corpo: impariamo a capirne i messaggi e ad ascoltarlo con fiducia.

Martina Macinai, ostetrica

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